
Moon Knight Recensione del quarto episodio della serie Marvel
Settimana dopo settimana, Moon Knight sta delineando con ancora più convinzione la direzione già intrapresa dal Marvel Cinematic Universe all’interno di questa nuova Quarta Fase. Seppur discostandosi profondamente dal resto, considerando che ancora non può essere definita con precisione la sua posizione nella timeline, il nuovo show della Casa delle Idee ha già dimostrato di voler esplorare più in profondità argomenti, toni e tematiche alla quale le recenti produzioni Marvel (soprattutto Wandavision e The Falcon and The Winter Soldier) hanno provato ad avvicinarsi.
Un approccio più crudo e violento, che getta la sue fondamenta sul mondo del misticismo e della cultura storica dell’antico Egitto. Con Moon Knight, la Marvel ci ha dato la possibilità di conoscere due delle personalità del Cavaliere della Luna, l’impacciato Steven Grant e il mercenario Marc Spector, entrambe splendidamente interpretate dall’attore guatemalteco Oscar Isaac. I fan che conoscono il personaggio attraverso le pagine patinate degli albi a fumetti, tuttavia, sanno che l’eroe ha ancora molto da offrirci.
Con quella che potrebbe essere la serie televisiva più suggestiva e ambiziosa mai realizzata fino ad oggi dai Marvel Studios, Moon Knight è pronto ad accompagnarci in un’avventura adrenalinica che strizza l’occhio ad alcuni grandi film del cinema archeologico e al mondo dell’horror e del sovrannaturale. Ecco la nostra recensione del quarto episodio di Moon Knight, intitolato “La Tomba” e disponibile sulla piattaforma streaming Disney+ a partire dal 20 aprile 2022.
Moon Knight, nel baratro della follia
Come vi abbiamo già anticipato all’interno della recensione, i precedenti episodi di Moon Knight ci hanno efficacemente presentato due delle personalità del Cavaliere della Luna. Da un lato c’è Steven Grant, l’impacciato e gentile commesso di un negozio di souvenir di un museo, appassionato di cultura Egizia e di letteratura. Dall’altro, invece c’è Marc Spector, un mercenario che soffre di disturbo dissociativo dell’identità (DID) e che, in seguito ad un incidente che gli è costato la vita, è tornato come avatar del dio egizio della luna Khonshu.
La serie ci ha anche permesso di conoscere Arthur Harrow (Ethan Hawke), il carismatico e affascinante capo di un culto legato ad Ammit, una creatura mostruosa della mitologia egizia. Presentandosi a Steven come precedente avatar di Konshu, l’uomo è riuscito ad avvicinarsi e ad appropriarsi dello Scarabeo D’Oro, un misterioso artefatto che poteva essere utilizzato come bussola per individuare la tomba della potente “Divoratrice dei Morti” e che, per ovvi motivi, Marc stava difendendo a tutti i costi.
Dopo aver indagato Al Cairo per mettersi sulle tracce dell’uomo e del suo gruppo di seguaci, Steven, Marc e Layla (May Calamawy) sono scappati nel deserto dopo aver incontrato Anton Mogart (Gaspard Ulliel), un ricco collezionista di antichità e vecchia conoscenza della ragazza. Tuttavia anche Harrow riesce a raggiungere l’uomo e costringe i due a ritirarsi, solo dopo essersi scontrati ferocemente con alcuni membri del culto.
Dopo essersi appropriati di una mappa stellare che dovrebbe segnare la posizione precisa della tomba di Ammit, il “trio” scopre che quest’ultima è obsoleta di duemila anni e ha bisogno di ulteriori studi per essere interpretata correttamente. Ma il gruppo non ha molto tempo a disposizione, perciò Konshu usa i suoi poteri per riportare brevemente il cielo notturno alla notte corretta, istigando così l’ira delle altre divinità egizie. Quest’ultime decidono di intrappolarlo all’interno di un ushabti, lasciando il corpo di Grant e Spector privo di sensi e impotente in mezzo al deserto.
“Marc, non viviamo in un mondo spirituale, ma in un mondo psichico. E possiamo interferire solo in modo indiretto sulla natura della realtà.”
Dopo essersi ripresi e aver combattuto con alcuni membri del culto, Marc e Layla riescono finalmente a raggiungere la tomba di Ammit, precedentemente scoperta da Harrow. All’interno, dopo essere stati attaccati da alcuni sacerdoti egizi non morti, i due si dividono e scoprono che il precedente avatar della creatura era Alessandro Magno. Nella sua tomba, Steven e Marc trovano l’ushabi di Ammit, mentre Layla incontra Arthur, il quale le racconta un grande segreto sulla morte di suo padre, l’archeologo Abdallah El-Faouly.
Con questo episodio incredibile, Moon Knight si presenta come una delle produzioni più ambizione mai realizzate dal Marvel Cinematic Universe, oltre a prendere a piene mani da una delle run più celebri ed interessanti dedicate al personaggio. Strizzando prepotentemente l’occhio ai fan degli albi a fumetti, lo show televisivo trae ispirazione dalla serie realizzata Jeff Lemire e Greg Smallwood , in cui Marc è rinchiuso in un istituto psichiatrico e deve trovare una via d’uscita mentre esplora la sua mente.
All’interno delle pagine patinate di un albo a fumetti, la follia creativa di Lemire ha stupido e conquistato un gran numero di lettori. Come parte di un programma televisivo, questa si è rivelata un’improvvisa e selvaggia svolta a sinistra, in grado di lasciare completamente di stucco gli spettatori. Arrivati a questo punto, infatti, lo show cerca di fare il possibile per creare dubbi di ogni tipo. Tutto quello che abbiamo visto nei primi tre episodi era davvero frutto della fantasia di Marc?
E se i fan del personaggio nei fumetti sanno già dare una risposta articolata ai numerosi interrogativi che prendono vita da questo episodio, Moon Knight continua a sorprenderci e, settimana dopo settimana, gli autori stanno cercando di fare il possibile per trasportare sul piccolo schermo gli elementi più cupi ed intriganti del personaggio. Non vediamo l’ora di capire in che modo Moon Knight sarà in grado di stupirci nel corso delle prossime settimane.
zoritoler imol
Great line up. We will be linking to this great article on our site. Keep up the good writing.